Approvato Decreto 44: riduce il potere di controllo della Corte dei Conti sul Pnrr

La Camera ha votato il decreto 44, che con 179 voti favorevoli passa al Senato. Il testo del decreto prevede una forte stretta sui controlli della Corte dei Conti a proposito dell’attuazione e dell’utilizzo dei fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.

In queste ultime settimane si parla molto del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e dei fondi europei da investire per migliorare il paese. Il rischio è quello di perdere miliardi di euro per il semplice fatto di essere negligenti e dinanzi ad un pericolo simile i controlli sull’attuazione del piano sono fondamentali.

Per fare un esempio, il Piano Industria 4.0 del Ministero dello Sviluppo Economico, che propone agevolazioni fiscali e crediti di imposta alle aziende impegnate nella transizione in chiave 4.0, prevede che una parte dei finanziamenti derivino proprio dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Sono quindi molteplici i campi di applicazione del PNRR e ciò rende ancora più evidente la necessità di controlli.

Tuttavia, con l’approvazione alla Camera del decreto legge 44, si è un passo più vicini ad una limitazione del potere di controllo della Corte dei Conti sugli atti della Pubblica Amministrazione.

Via libera al decreto 44: stretta sui controlli della Corte dei Conti sul Pnrr

La Camera dei Deputati ha approvato il decreto 44, nonostante l’ostruzionismo dell’opposizione. Il provvedimento è passato con 179 voti favorevoli e 126 voti contrari. Adesso il testo passerà al Senato, e in caso di approvazione sarà convertito in legge entro il 21 giugno 2023.

Il decreto dovrebbe avere come scopo di sostenere la Pubblica Amministrazione nell’attuazione dei progetti del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Invece, il testo si rivela focalizzarsi su una limitazione del potere di controllo della Corte dei Conti, tanto che in molti non hanno esitato a definire il provvedimento “anti Corte dei Conti”.

In particolare, con il decreto 44 si punta a cancellare il cosiddetto «controllo concomitante» della Corte dei Conti sugli atti delle pubbliche amministrazioni. A questo punto non si esclude l’intervento della stessa Corte dei Conti, con un ricorso alla Consulta per sollevare la questione della possibile illegittimità costituzionale del decreto.

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