Milioni di telespettatori hanno seguito la terza stagione di “Doc”, che è stata criticata per alcuni passaggi considerati poco veritieri.
Le serie televisive mediche sono da sempre piene di dramma, romanticismo e situazioni di vita o di morte. Questi elementi sono fondamentali per catturare l’interesse del pubblico, ma secondo molti esperti restituiscono una visione distorta di quello che realmente accade negli ospedali. Il dibattito pubblico in Italia, in questi giorni, si infiamma attorno a “Doc – Nelle tue mani”, la serie televisiva che ha catturato l’immaginario di milioni di spettatori con storie di medici e imprese eroiche all’interno delle corsie ospedaliere.
In realtà, dietro il velo di dramma e speranza che avvolge la narrazione, alcune voci critiche mettono in dubbio la veridicità delle vicende raccontate ma soprattutto l’impatto che la serie ha sulla percezione della medicina da parte del pubblico. In particolare, alcuni esperti del settore hanno criticato il modo in cui la serie Rai tratta argomenti come quello dei tumori rari come il mesotelioma.
Una fiction racconta eventi di finzione, ma dovrebbe comunque fare attenzione ai messaggi che manda
Federica Grosso, rispettata oncologa specializzata in mesotelioma e tumori rari presso l’ospedale Santi Antonio e Biagio di Alessandria, ha sollevato preoccupazioni significative riguardo alla rappresentazione della malattia e delle sue cure nella serie. La dottoressa, con anni di esperienza sul campo, ha criticato aspramente la serie per aver presentato un quadro irrealistico delle possibilità di guarigione e dell’efficacia delle cure sperimentali, argomenti delicati che toccano direttamente la vita di molti pazienti e delle loro famiglie.
Le discrepanze evidenziate riguardano principalmente la descrizione delle cure sperimentali e delle possibilità di guarigione. Grosso sottolinea come, in uno specifico caso nella serie, una cura sperimentale negli Stati Uniti venga presentata come miracolosamente efficace, nonostante, nella realtà, una tale soluzione non esista né oggi né al momento della presunta diagnosi del personaggio, creando così un’illusione pericolosa.
L’oncologa ha anche messo in discussione la rappresentazione della possibilità di recidiva nella serie, evidenziando come il trattamento del mesotelioma, una malattia notoriamente aggressiva e difficile da trattare, sia stato semplificato oltre il limite dell’accuratezza. La realtà dei pazienti che vivono con questa diagnosi è spesso quella di una lotta continua, che include terapie e controlli costanti, con poche possibilità di una vera “guarigione”.
Le osservazioni di Grosso sottolineano quindi che, nonostante il valore di sensibilizzazione e divulgazione che una serie televisiva può avere nel portare all’attenzione del grande pubblico malattie meno note come il mesotelioma, è importante che le informazioni fornite siano precise e non fuorvianti.
