Lo storico bug potrebbe tornare e questa volta ancora più forte: bisogna salvaguardare gli archivi da un’eliminazione improvvisa.
Millennium bug: la storia insegna, a volte, in altri casi invece l’uomo continua a commettere gli stessi errori perché gli anni passano e le generazioni dimenticano. Per ricordare cosa sia stato il Millennium Bug bisogna essere vissuti negli anni ’90, o comunque essere appassionati di tecnologia, altrimenti è difficile capire a cosa ci si riferisce. Facendo un passo indietro, il mondo si era aperto ai personal computer, e gli archivi e tutto ciò che prima creava montagne di documentazioni cartacee, mano a mano sono passate in digitale, venendo inserite su quel che al tempo era un computer molto diverso da quelli a cui siamo abituati oggi.
Questi dispositivi erano dotati di poca memoria e per non affollarli si era soliti utilizzare delle strategie che occupassero meno spazio, ed è proprio da questo principio che deriva l’errore del famoso Millennium Bug, o effetto 2000. Il bug ha origine nella configurazione delle date dei sistemi informatici.
In particolare, con l’obiettivo di risparmiare spazio nella memoria di quei dispositivi ancora poco di supporto, si usava il formato giorno/mese/anno a due cifre. In questo modo, se l’anno era il ’96, era scontato il riferimento al 1996. Il problema più grande è arrivato negli anni 2000, quando il sistema era impostato a due cifre, ma una volta inseriti i due 00 finali, il computer interpretava la data come se si riferisse al 1900.
Il Millennium Bug sta per tornare, i sistemi potrebbero portare guasti di difficile risoluzione
Di conseguenza, i sistemi informatici sono tornati indietro di 100 anni nel tempo invece di continuare con una linea temporale progressiva. Ovviamente il problema oltre a creare ilarità, ha portato anche lacrime per molte aziende perché da ciò sono iniziati ad arrivare una serie di guasti in questi sistemi primari in cui risultava difficile risolvere il problema.
Per esempio, le banche fanno il calcolo dei tassi di interesse su base giornaliera e progressiva, a questo proposito, se i computer avessero interpretato i due zeri finali registrati nella data come un ritorno al 1900, avrebbero potuto calcolare i tassi facendoli regredire di cento anni: un caos finanziario inimmaginabile.
Apple ad esempio è stata la fortunata: nessuna delle sue apparecchiature – dal primo Mac 128K al modello iMac G3 – avrebbe fallito dopo la mezzanotte del 31 dicembre 1999. Ora che sono passati molti anni da quell’enorme errore nei sistemi, il problema potrebbe tornare, ancora una volta, e molto probabilmente sarà anche in questo caso di difficile risoluzione, tanto da dover iniziare a pensare a come risolvere il problema già da ora, prima che sia troppo tardi e si ricada nel bug.
Ora il riconosciuto effetto 2038 è infatti più vicino che mai, perché tutti i sistemi a 32 bit basati su Linux che non sono patchati torneranno al 1901. Il motivo di tutto ciò è da riscontrare nel dato tecnico per il quale Linux non può avere più di 2.147.483.647 valori positivi superiori a zero, di conseguenza molti file scompariranno dai computer che hanno tutte le versioni precedenti a OS X 10.6 Snow Leopard e tutte le apparecchiature precedenti all’uso di processori Intel. Per non perdere i dati bisognerebbe fare luce in anticipo sul problema già ora, per tutte le aziende, dal pubblico al privato.
