ChatGPT e lavoro: i rischi dell’intelligenza artificiale

Negli ultimi mesi si parla moltissimo di intelligenza artificiale e dei vantaggi che potrebbero derivarne. In effetti, l’utilizzo di ChatGPT è stato ampiamente discusso, nel bene e nel male: dall’impiego di questa nuova tecnologia per effettuare ricerche molto approfondite in pochi secondi, alla questione fondamentale della protezione dei dati sensibili in accordo con la legislazione europea a riguardo.

Con l’avvento della digital economy e dei contesti lavorativi ad essa associati, gli ultimi anni hanno visto il progressivo aumento della domanda di competenze digitali. La pandemia da Covid-19 ha accelerato il processo di transazione digitale incrementando ulteriormente la richiesta dei nuovi professionisti del web.

Eppure, le competenze digitali padroneggiate dagli esseri umani sono molto diverse dalle modalità di funzionamento dell’intelligenza artificiale. Per cui le due cose non vanno confuse: i nuovi lavoratori del digitale hanno moltissimo da offrire alle aziende, questo è vero anche per l’automazione ma con l’aggiunta di importanti rischi soprattutto per quanto riguarda il contatto con i clienti.

ChatGPT e lavoro: i rischi dell’intelligenza artificiale

Le opportunità dell’intelligenza artificiale sono ovviamente molteplici, ma l’automazione costituisce anche un rischio per le imprese. Innanzitutto, abbiamo visto che ChatGPT è stata temporaneamente bloccata in Italia per la questione del trattamento dei dati sensibili.

Negli Stati Uniti un altro caso emblematico ha reso palese che ricorrere a ChatGPT senza l’opportuna cautela può rivelarsi un disastro, o in questo caso specifico: una figuraccia. Un avvocato ha preparato la propria arringa utilizzando ChatGPT, ma arrivato dinanzi al giudice quest’ultimo gli ha fatto notare che diversi precedenti menzionati dal legale in realtà non sono mai accaduti.

Come si è visto, l’intelligenza artificiale può inventare dal nulla i risultati di ricerca e pertanto causare danni anche importanti alla reputazione aziendale.

Il rischio maggiore comunque è costituito dalla possibilità che l’intelligenza artificiale sostituisca le controparti umane in svariate professioni, non soltanto i lavori tradizionalmente più duri e faticosi che possono essere svolti dalle macchine, ma anche i professionisti della legge e della creatività, come gli avvocati e comunicatori.

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