Attacco informatico all’ASL 1 Abruzzo: dati sensibili dei pazienti in rete

L’Azienda Sanitaria Locale 1 dell’Abruzzo è stata colpita da un attacco informatico che ha messo a rischio centinaia di GB di dati sensibili relativi ai pazienti abruzzesi. Le autorità stanno facendo il possibile per ripristinare il sistema informatico e recuperare i dati rubati ma la situazione è complessa.

Internet e dati sensibili, la necessità di tutelare la privacy dei cittadini

La digitalizzazione e l’avvento di internet hanno modificato radicalmente il nostro modo di lavorare e di trascorrere il tempo libero. Tanto che problemi alla rete internet hanno il potenziale di bloccare temporaneamente innumerevoli attività quotidiane.

Ma non finisce qui, infatti con internet la gestione di ingenti quantità di dati è diventata decisamente più semplice. Dal data driven marketing delle aziende agli archivi delle istituzioni, ogni informazione è a portata di click.

Da un alto si tratta certamente di un vantaggio. Tuttavia, quando l’accesso ai dati sensibili è così a portata di mano, è importante prepararsi a proteggerli da possibili attacchi informatici. Gli hacker sono infatti particolarmente abili ad aggirare i sitemi di sicurezza informatici, figurarsi quando i dati non sono adeguatamente protetti.

Dal momento che le istituzioni fanno largo uso dei sistemi informatici, si capirà quanto i loro archivi siano preziosi per i gruppi informatici terroristici. Per questo le autorità nazionali si impegnano nella protezione dei dati sensibili dei cittadini.

Attacco informatico all’ASL 1 Abruzzo: dati sensibili dei pazienti in rete

Accade tuttavia che, anche dinanzi a sistemi di protezione dati istituzionali, gruppi di hacker riescano ad entrare negli archivi e sottrarre informazioni anche molto private. È ciò che è accaduto in Abruzzo, dove l’ASL 1 ha subito un attacco informatico risultato nella perdita di – si stima – 500 GB di dati sensibili dei pazienti dei più disparati reparti.

Sembra che il gruppo abbia richiesto un riscatto in cambio della riservatezza delle informazioni, e che abbia già pubblicato online 8,3GB di dati sensibili a prova del fatto che il furto è effettivamente avvenuto.

Le autorità stanno lavorando per ripristinare il sistema informatico, che intanto è stato bloccato per evitare ulteriori furti di dati. Al contempo si lavora per impedire la diffusione delle informazioni e il recupero delle stesse.

Quello abruzzese è l’ennesimo attacco informatico ai danni della pubblica amministrazione, non solo in Italia ma anche nel resto del mondo. Emerge quindi la necessità di implementare sistemi informatici all’avanguardia che proteggano adeguatamente i dati sensibili e perciò la privacy dei cittadini.

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